Questa mattina Wired pubblica un articolo intitolato Auto volanti, ci siamo (negli Usa) in cui si annuncia che le autorità competenti americane hanno approvato la libera circolazione del Transition, una delle automobili volanti prodotte dalla statunitense Terrafugia. Credo di avere letto notizie entusiastiche su questo progetto almeno 10 anni fa – correggetemi se sbaglio – e ora come allora non riesco proprio a provare nessun entusiasmo per un prodotto così sfacciatamente lontano dall’idea di automobile volante a cui decenni di letteratura fantascientifica ci hanno abituato.
A parte il prezzo non proprio popolare – che difficilmente permetterà al Transition di decollare, quanto meno in termini di vendite – quello che mi lascia maggiormente perplesso è la sensazione di complessiva goffaggine che questo progetto trasmette. L’idea stessa di dover circolare per le strade di una grande città con due lunghe ali ripiegate mi pare cozzi pesantemente con lo scopo principale per cui questi velivoli dovrebbero essere concepiti, ovvero quello di dare a tutti noi la possibilità di svincolarci al volo da tutti quegli innumerevoli impedimenti quotidiani che rendono impossibili le nostre strade. Qui però siamo decisamente lontanissimi dall’obiettivo: per prendere il volo il Transition ha bisogno di una pista di 520 metri, il che fa pensare che il dispositivo possa decollare ed atterrare solo nelle aree dedicate al volo ultraleggero – ma a questo punto perché non raggiungere tali aree comodamente in auto per poi decollare con un velivolo tradizionale, meno promiscuo e decisamente più collaudato?
Wired presente l’intera questione in termini entusiastici, ma credo dipenda dal fatto che siamo in piena estate e non ci sono grandi novità in giro. Certo vedere infrangersi in questo modo uno dei miti più affascinanti del nostro immaginario non è cosa molto estiva. Chissà che Wired non ci annunci presto con toni ugualmente entusiastici la produzione di una nuova gamma di ascensori spacciandola per teletrasporto. D’oh!!!