Sabato mattina ero con la mia bimba piccola nella meravigliosa biblioteca di Valeggio sul Mincio per un graziosissimo evento dedicato a noi papà e organizzato in vista della festa del 19 marzo.
Alcuni papà stranieri hanno letto nella propria lingua madre un breve racconto al proprio bambino condividendolo con altri piccoli e con i loro genitori, italiani e non. Una di quelle esperienze tenere e profonde – Marlene continua a farmi domande – che ti fanno vedere il genere umano sotto una luce decisamente migliore.
Una storia che mi ha fatto riflettere e che poi ho raccontato al Leo – che la può comprendere senz’altro meglio – è un classico in rima, la favola “Il Corvo e la Volpe” di Jean de La Fontaine:
Sen stava messer Corvo sopra un albero
con un bel pezzo di formaggio in becco,
quando la Volpe tratta al dolce lecco
di quel boccon a dirgli cominciò:
– Salve, messer del Corvo, io non conosco
uccel di voi più vago in tutto il bosco.
Se è ver quel che si dice
che il vostro canto è bel come son belle
queste penne, voi siete una Fenice -.
A questo dir non sta più nella pelle
il Corvo vanitoso:
e volendo alla Volpe dare un saggio
del suo canto famoso,
spalanca il becco e uscir lascia il formaggio.
La Volpe il piglia e dice: – Ecco, mio caro,
chi dell’adulator paga le spese.
Fanne tuo pro’ che forse
la mia lezione vale il tuo formaggio -.
Il Corvo sciocco intese
e (un po’ tardi) giurò d’esser più saggio.
Dunque, spiegando ai bambini la morale di questa favola il papà belga che l’ha raccontata è riuscito ad affabulare anche il mio ipertrofico bambino interiore e mi ha ricordato quante grandi verità universali siano nascoste nei racconti per l’infanzia.
Quando un adulatore esercita la propria subdola arte su qualcuno, quest’ultimo ne pagherà senz’altro il conto – perché c’è sempre un conto da pagare in questo tipo di relazione, questo è chiaro, no?
E quindi, in un’equazione facile facile, se il corvo è il popolo italiano e la volpe il populista sovranista di turno, qual è davvero il tanto conteso formaggio?
Io dico che è la libertà.
Mi chiedo solo quando il corvo spergiuro imparerà davvero ad essere un po’ più saggio…