Gli ultimi quattro dei sei immigrati che per oltre due settimane si sono asserragliati su di una gru in San Faustino a Brescia sono finalmente scesi.
Mi ha impressionato vederli sospesi per giorni, inquadrati da telecamere che aguzzavano le loro ottiche costose per catturare un’espressione del volto o il dettaglio di un vestito logoro. Immagini destinate tra l’altro a non andare mai in onda, dato che solo la stampa locale si è occupata seriamente di questo evento – a mio parere epocale.
Mi domando se il resto del Paese ha la più pallida idea di cosa è oggi la città di Brescia e del clima inebriante che vi si respira.
Qui la storia sta precorrendo tempi anticipandoli di almeno dieci anni. Brescia è oggi una sorta di anarchico laboratorio, quello che adesso sta succedendo qui accadrà nei prossimi anni ovunque. Vista da qui l’integrazione sembra una lenta rivoluzione necessaria, una sorta di esplosione controllata e tutt’altro che violenta, magari con i consueti strappi di ogni cambiamento epocale, strappi che di tanto in tanto faranno male a qualcuno – è inevitabile – ma non ai più disposti a guardare le cose per quello che sono.
Se cammini per le strade di questa che in un certo senso è la mia città di origine lo senti che un antico, stanchissimo equilibrio si sta spostando lentissimamente ma risolutamente, senza spezzarsi.
Brescia mi piace e confido molto in questa città, stiamo a vedere ora che cosa succede.
Eva Cristofalo
Molto interessante caro amico. Vorrei sapere anche di più sulle tue impressione dei cambiamenti sociale ed altri…