Niente bilanci

Penso di avere raggiunto quell’età in cui la gente che ti sta attorno si aspetta che tu faccia dei bilanci.

Non so come prendere la cosa, conosco fin troppo bene le aspettative della gente e so che sulla base degli schemi mentali più largamente condivisi io sono un border line, un tipo tra l’anomalo e lo strano, uno che non si capisce mai fino in fondo che cosa fa nella vita, uno che non segue neanche il calcio e che gli sta sul cazzo la Lega ma che non è neanche (più) di sinistra.

Per fortuna ho messo in piedi una bellissima famiglia – che è anche la mia principale ragione di vita – altrimenti sarei considerato definitivamente uno spostato.

È vero che non mi riconosco nel modo di pensare di nessuna delle persone che frequento, ma non lo faccio per spirito di contraddizione, non mi ci ritrovo proprio, punto e basta. E dato che non ho la presunzione di essere migliore di chi è differente da me ed è invece ugualissimo a quasi tutti gli altri, mi riesce impossibile fare quel tipo di bilanci che ci si aspetta da chi ha la mia età: non posso farli con i pesi e le misure della gente perché non sono applicabili ai miei schemi mentali, ma non posso nemmeno farli sulla base delle mie metriche personali perché a quel punto sarebbe come truccare i conti e qualsiasi risultato sarebbe quindi completamente inutile, insignificante.

Quindi, niente bilanci.

Che poi i bilanci si fanno quando un progetto è concluso, io sono ancora una startup, datemi il tempo di crescere e di rendere sostenibili tutti i miei sogni, per ora non sono nemmeno arrivato a break even e la exit spero sia ancora molto, molto lontana.

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