Non posso che sottoscrivere questo breve post di Diego Fusaro in tutte le sue parti.
Nei giorni scorsi è riecheggiata una frase che mi è suonata molto “sinistra”:
La classe dirigente non si improvvisa.
L’ho trovata semplicemente agghiacciante! Un po’ come dire: signori si nasce, mica possono deciderlo gli elettori chi deve amministrare e come deve farlo.
Io credo invece che se l’immonda classe dirigente attuale rifiuta di collaborare con l’autorità politica democraticamente eletta va semplicemente spazzata via!
Perché sta succedendo a Roma quello che accade spessissimo in certe piccole realtà dello strapaese italico: una forza politica più o meno nuova ottiene un mandato democratico dagli elettori locali ma non riesce a muovere uno spillo perché gli si mettono contro l’apparato amministrativo – dal segretario comunale in giù, per intenderci – o chi è abituato da sempre a spartirsi la merendina – partiti, municipalizzate, sindacati, parrocchia, associazioni sportive, etc.
La Raggi non mi sta simpatica e di sicuro ha fatto più di una cazzata, ma la sua sola presenza a Roma ha mostrato al mondo intero come funzionano in Italia certi meccanismi. E la soluzione più giusta e democratica a questo caso clamoroso non è fermare la Raggi, ma distruggere a martellate il meccanismo. Le vere rivoluzioni funzionano così.