Gli avvocati delle imputate hanno già preparato l’appello alla sentenza. L’avvocato per definizione non è persona d’animo nobile, questo è patente. Non conosce il concetto di obiezione di coscienza, anzi lo disconosce al punto da avere fatto della difesa del proprio cliente – perché solo di clienti si tratta, per lui – un obbligo inderogabile, si trattasse pure del diavolo in persona. Anzi, nel caso del diavolo c’è pure il vantaggio della visibilità mediatica, che c’è di meglio al mondo? Quindi ogni avvocato può nascondersi dietro al ventaglio lercio dell’obbligo corporativo di erogare i propri servizi a chiunque li chieda, senza alcuna valutazione morale. Perché costituirebbe pregiudizio e l’avvocato non è un giudice.
Ma se un avvocato è un avvocato, una persona infame è una persona infame. E chi maltratta bambini, anziani, disabili e deboli in genere è prima di ogni altra cosa un infame.
Ci sono i filmati. Ci sono i verbali dei Carabinieri che hanno analizzato i comportamenti delle due maestre per settimane. A prescindere dal processo che durerà decenni – ma che vergogna! – queste due mi auguro abbiano perso il posto di lavoro e non ne trovino mai più un altro, in senso assoluto. Un infame è un infame. E io non lo assumerei nemmeno per pulire i cessi.
fonte: corriere.it